Prevenzione dell’INQUINAMENTO INDOOR
Nutrirsi è un’attività quotidiana (per chi se lo può permettere). Sembra incredibile, ma una persona di 80 anni ha trascorso mediamente 110 minuti al giorno mangiando e bevendo il che significa in totale: 53.533 ore o, se preferite, 2.230 giorni o, se preferite: 6 anni!
Eppure c’è qualcosa che facciamo MOLTO più frequentemente e per molto più tempo: RESPIRARE.
…e raramente ci soffermiamo a pensare quanto la qualità di ciò che respiriamo sia direttamente connessa con il nostro stato di salute ogni giorno.
La pericolosità di ciò che respiriamo in un ambiente lavorativo dipende da fattori che oltre ad essere quantitativi sono anche qualitativi e legati anche a processi industriali e produttivi.
Citiamo a solo titolo di esempio: la lavorazione di materiali, la presenza di macchine per ufficio che producano polveri cancerogene, il livello di pulizia dei locali, la presenza di colleghi, lo stare in locali più o meno arieggiati etc.
L’organizzazione mondiale della sanità OMS , a conclusione di una serie di studi realizzati negli ultimi 20 anni da gruppi di ricercatori di nazioni diverse, a latitudini differenti e su lavoratori con compiti e ritmi di lavoro confrontabili ma non sovrapponibili, ha dimostrato come contaminazioni chimico-biologiche in ambienti chiusi siano una delle principali cause di vari tipi di patologie anche molto gravi.
Secondo le stime OMS , l’inquinamento dell’aria indoor è responsabile di
4,3 milioni di decessi ogni anno.
Sotto la sigla Sick Building Syndrome (SBS) sono indicati disturbi quali : irritazione degli occhi, torpore, mal di testa, nausea; alla SBS si aggiunge la Building Related Iliness (BRI) che rappresenta il disagio legato alle sostanze contaminanti presenti negli ambienti interni e la Multiple Chemical Sensitivity (MCS) ossia l’impossibilità di tollerare un ambiente chimico o una classe di sostanze chimiche. Uno studio condotto già nel 1998 dall’EPA ha stimato che le concentrazioni indoor sono generalmente da 1 a 5 volte maggiori rispetto a quelle outdoor e che l’esposizione indoor è da 10 a 50 volte superiore all’esposizione outdoor.
La SBS, così come la BRI e (più raramente) la MCS, nonostante la acclarata pericolosità, non si manifestano con sintomi subito importanti o con segni che possano ragionevolmente allarmarci facendoci ricorrere a cure mediche.
- 1. Bioeffluenti e contaminanti biologici.
emessi nell’ambiente dal corpo umano. A meno che non si tratti di agenti patogeni (virus, batteri, funghi) sono spesso ben tollerati e la loro concentrazione è evitabile grazie al monitoraggio dell’anidride carbonica presente nell’ambiente (CO2). Quando il livello è oltre la soglia consigliata, è sufficiente areare bene il locale. Se invece si tratta di un agente patogeno, l’areazione è utile ma spesso (e probabilmente) non del tutto risolutiva. - 2. Impianti di condizionamento
Gli impianti di condizionamento possono rappresentare pericolose fonti di inquinamento biologico o chimico specie se mal progettati, in cattivo stato di pulizia e manutenzione. Colonie di microrganismi possono annidarsi e moltiplicarsi negli impianti in cui vi è presenza di acqua, per lo più stagnante, come: umidificatori e condizionatori di aria vaporizzatori, sistemi di riscaldamento, frigoriferi autosbrinanti, impianti idrici. Inoltre una errata collocazione delle prese d’aria in prossimità di aree ad elevato inquinamento, come strade molto trafficate, parcheggi o autofficine, possono determinare la penetrazione di inquinanti dall’esterno. Recentemente numerose evidenze scientifiche hanno rilevato che alcune sostanze chimiche denominate interferenti endocrini (IE), presenti nell’ambiente e negli alimenti, sono in grado di alterare l’equilibrio ormonale degli organismi viventi, esseri umani compresi anche a dosi molto basse. - 3. Materiali da costruzione e prodotti per la pulizia
I materiali utilizzati per la costruzione e l’arredamento possono rappresentare unaimportante fonte di inquinamento indoor. Il problema delle emissioni perdura durante tutto il ciclo di vita utile dell’edificio. Subito dopo il completamento dell’edificio vi è il rischio di grandi quantità di COV (Composto Organico Volatile – ndr) dai materiali sintetici nuovi. Tale rischio diminuisce con il passare dei mesi, ma contemporaneamente inizia il degrado fisiologico dell’edificio e quindi il rilascio di altre sostanze pericolose, come l’amianto (ancora presente in ambito residenziale).
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